Ripensare l’educazione: sfide e opportunità per sostenere gli studenti con disturbi dell’apprendimento e linguaggio

maggio 2023

Negli ultimi anni le diagnosi di disturbi degli apprendimenti sono più che raddoppiate. Questo incremento così rilevante è dovuto alla maggiore capacità di rilevazione clinica verso i disturbi del neurosviluppo: l’aumento non riguarda pertanto solo la percentuale dei bambini con disturbi dell’apprendimento ma anche – per esempio – quelli con disturbi del linguaggio, spettro dell’autismo, ADHD e altri. In quest’ambito si ha ad oggi una maggiore sensibilità e conoscenza sia a livello diagnostico sia a livello preventivo, per cui la scuola ricopre un ruolo spesso fondamentale.

In questo quadro dobbiamo inoltre aggiungere le difficoltà linguistiche, scolastiche e relazionali accentuate dalla “DaD” (didattica a distanza), a cui il periodo di lockdown ci ha abituato: i bambini sono stati portati a lunghe esposizioni passive di fronte a schermi digitali e comportamento sedentario. Ciò ha ridotto le possibilità di apprendimento, con conseguente impatto a livello linguistico.

Quando i bambini sono esposti a schermi, infatti, non sono ingaggiati in scambi verbali diadici, fondamentali nel favorire lo sviluppo di linguaggio e comunicazione.

Anche l’impossibilità di accedere alle lezioni online in maniera regolare ha impattato sulla crescita personale degli studenti (con conseguente rischio di alienazione ed esclusione), soprattutto di coloro che non erano già preparati a un apprendimento di tipo collaborativo e costruttivo.

Come poter aiutare e sostenere i bambini con disturbi del linguaggio e/o dell’apprendimento a scuola?

È sempre caldamente consigliato che i bambini con difficoltà linguistiche o di apprendimento vengano inviati dal medico neuropsichiatra infantile per una prima visita. Se non ancora seguiti da un logopedista, in generale per i bambini della 1° e 2° classe primaria di primo grado si consiglia di:

  • Riformulare la produzione scorretta del bambino (strategia del modeling) e non correggetela
  • Accettare ogni forma di comunicazione che il bambino utilizza
  • Espandere il suo enunciato, senza pretendere la ripetizione
  • Non fingere di non capire per far sforzare il bambino
  • Non anticipare il bambino quando parla, completando le sue parole e le frasi
  • Leggere in maniera condivisa una storia: l’insegnante legge il testo e il bambino «legge» le figure
  • Gioco del «Arriva un treno carico di…» con parole che iniziano con una determinata lettera

 

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