7 novembre 2022
Nella nostra vita quotidiana sono costantemente presenti i cosiddetti media devices (termine per definire smartphone, tablet, TV o computer): tutto ciò è iniziato verso gli anni ’30, con l’introduzione della TV.
Che sia per lavoro o per svago, spesso ci ritroviamo davanti a uno schermo; questa situazione tende ad avere una ricaduta principalmente sui nostri figli: si ritrovano infatti a fruire sempre di più dei dispositivi elettronici in quanto attratti da video, app, giochi online.
Lavori sull’influenza dell’esposizione alla TV nei bambini furono pubblicati già settant’anni fa; col tempo la crescita esponenziale dell’utilizzo non solo della televisione, ma anche di nuovi dispositivi, è diventata argomento di studio tra gli esperti e il numero di ricerche sui media devices è aumentata in modo importante.
Alcuni studi usciti tra il 2011 e il 2013 evidenziano un importante incremento del numero di minori in età 0-8 anni che fanno uso di dispositivi elettronici, con una percentuale del 72% dei bambini coinvolti. Nel 2015 è stato dimostrato che quasi la totalità dei bambini in età 6 mesi-4 anni adopera media devices; di questi, circa il 92% inizia a usarli già prima dei due anni.
Segnali d’allarme arrivano da alcune pubblicazioni americane, secondo le quali una precoce e prolungata esposizione alla tecnologia porterebbe, nei bimbi, tutta una serie di conseguenze negative. Ricordiamo, tra le altre, interferenze con lo sviluppo neurocognitivo, con la vista e l’udito, con l’apprendimento e con le funzioni cardiologiche.
È stato anche evidenziato come la tecnologia influenzi la sicurezza dei minori, la loro salute emotiva e le interazioni familiari. Ciò avviene perché i media devices sono usati dai familiari come “pacificatori” nei luoghi pubblici, oppure sono consegnati ai minori durante i pasti e prima di dormire.
La maggior parte degli studi ci fornisce una maggiore comprensione dell’uso della tecnologia da parte dei minori, tuttavia riporta dati esteri.
Di conseguenza, nel 2018, la SIP (Società Italiana di Pediatria) ha pubblicato una ricerca con lo scopo di indagare le conseguenze positive e negative dell’uso di dispositivi nei bambini italiani e di definire i tempi appropriati di esposizione agli stessi.
In accordo con gli studi già prodotti, la SIP ha evidenziato i seguenti effetti collaterali: l’utilizzo di dispositivi touch screen può interferire negativamente con lo sviluppo neuropsicologico dei minori, riducendo inoltre sia la qualità del rapporto coi genitori sia la qualità del sonno. L’esposizione precoce a musica ad alto volume potrebbe anche compromettere lo sviluppo linguistico-comunicativo e sociale. Un utilizzo che supera le due ore al giorno porterebbe problemi comportamentali e aumento del peso.
L’uso di dispositivi non produrrebbe però solo conseguenze negative: ad esempio, se i minori sono affiancati da un adulto durante la visione di un video, avranno maggiori possibilità di imparare nuove parole, disponendo così di un vocabolario più ampio. L’interazione e lo sguardo bambino-adulto è infatti fondamentale per aggiungere conoscenza verbale e non-verbale a quanto proposto dai video.
Questi offrono inoltre la possibilità di rinforzare quanto è stato appreso a scuola, se visionati tramite app educative progettate con lo scopo di essere utilizzate in maniera duale (bimbo-adulto).
Riguardo alle tempistiche: fino a due anni viene sconsigliato l’utilizzo dei media devices, mentre nei bambini dai due ai cinque anni si suggerisce di limitarne l’uso a meno di un’ora al giorno. Dai cinque agli otto anni è consigliabile moderarne l’utilizzo a meno di due ore.
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