DSA cosa sono e cosa comportano

DSA cosa sono e cosa comportano

I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) costituiscono uno dei motivi di invio più frequente ai Servizi di Neuropsichiatria Infantile, il che non deve sorprendere se si considera che la prevalenza dei DSA, nella popolazione italiana, è calcolabile tra l’1,5% ed il 4,5%. I casi di DSA diagnosticato sono in costante aumento specie in virtù della maggiore consapevolezza del problema. Significa che, in una classe standard, ci saranno in media uno o due alunni con DSA.

I DSA sono definiti “specifici” in quanto coinvolgono esclusivamente una o più funzioni di apprendimento, lasciando intatte le abilità cognitive e neurologiche: il bambino con DSA, infatti, ha un’intelligenza nella norma, non presenta disturbi sensoriali, psichiatrici o neuropsicologici.

Che tipi di DSA ci sono?

Un bambino con DSA fa fatica ad automatizzare i processi di lettura (dislessia), scrittura (disgrafia e disortografia), calcolo (discalculia).

Le funzioni di apprendimento vengono acquisite dal bambino nei primi due anni della scuola primaria, con un meccanismo neuropsicologico analogo a quanto ci accade quando impariamo ad andare in bicicletta o a nuotare: inizialmente ogni piccolo passaggio va pensato e programmato, coinvolgendo così tutte le risorse attentive ed esecutive; successivamente i passaggi diventano automatici, così che le funzioni di scrittura, lettura e calcolo non siano più solo fini a sé stesse, ma finalizzate all’apprendimento del contenuto e alla base di tutti i processi di studio (esattamente come il meccanismo della pedalata diventa automatico e ci consente di andare in bicicletta senza pensare a come si fa, ma potendo pianificare il percorso e osservare la strada e il panorama).

Nel bambino con DSA questo processo di automatizzazione non si compie in maniera completamente funzionale, per cui i processi di lettura, scrittura e calcolo richiedono molte energie a fronte di risultati non corrispondenti all’impegno, alla scolarizzazione e alle abilità cognitive.

DSA: cosa fare?

Oggi la consapevolezza in merito ai DSA è fortunatamente molto aumentata, la diagnosi si riesce a fare precocemente e gli interventi di riabilitazione diventano sempre più funzionali.

A livello teorico potremmo pensare il DSA come uno stile di apprendimento differente, che mette l’alunno in difficoltà quando alle prese con le modalità scolastiche standard, ma che consente comunque di apprendere in modo efficace se si conoscono e trovano buone strategie operative.

È tuttavia innegabile che, benché dotato di buone e spesso ottime abilità cognitive, il bambino con DSA, durante il percorso scolastico, viene esposto inevitabilmente a vissuti di fatica e di frustrazione, percezioni di scarsa auto-efficacia con possibili conseguenze sull’autostima e sulla relazione con i pari. In questo senso la diagnosi e la riabilitazione precoci consentono di compensare parte (difficilmente tutto) del deficit di automatizzazione, ma anche di insegnare al bambino, alla famiglia e alla scuola strategie e modalità operative funzionali.

La letteratura ha ampiamente dimostrato come la precocità della diagnosi sia protettiva rispetto allo sviluppo di disturbi correlati in comorbidità, come le difficoltà attentive, i disturbi comportamentali nonché i disturbi dell’area ansioso/depressiva.

Cecilia Elena Preda – Neuropsichiatra Infantile

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