15 set 2018
Ogni anno in Italia più di 50 bambini, uno a settimana, perdono la vita per soffocamento causato dall’ostruzione delle vie aeree. Muoiono perché chi gli è accanto in quel momento non sa come intervenire. Alcuni recenti e drammatici episodi hanno richiamato l’attenzione dell’opinione pubblica sull’importanza di una diffusa conoscenza delle procedure idonee a effettuare la disostruzione delle vie aeree soprattutto nei bambini. L’immediata e corretta esecuzione delle manovre per liberare le vie aeree da cibo o corpi estranei, da parte di genitori, operatori scolastici o anche semplici cittadini può risultare determinante nel salvare la vita alle vittime di questi incidenti.
La popolazione pediatrica si distingue in 2 categorie:
– lattante fino a 1 anno di vita,
– bambino da 1 anno di vita alla pubertà, cioè 12-14 anni.
Rispetto all’adulto, il bambino è diverso non soltanto per le dimensioni ma anche per la patologia specifica, l’anatomia, la fisiologia, la fisiopatologia e la psicologia.
Le differenze più importanti:
– le vie aeree sono immature (e quindi hanno maggiore probabilità di ostruirsi);
– la testa del lattante è più grande rispetto al resto del corpo (può ostacolare alcune fasi del soccorso);
– la lingua è proporzionalmente più grande (può divenire essa stessa causa di soffocamento);
– nei lattanti e bambini vi è una rapida evoluzione della situazione in termini sia di miglioramento sia di aggravamento: è importante agire subito.
Nel corpo umano esiste una stretta relazione tra polmoni-encefalo-cuore che è necessaria per la sopravvivenza: il malfunzionamento di uno di questi organi vitali si ripercuote immediatamente sul funzionamento degli altri. Nel bambino, solitamente, vi è prima la scomparsa del respiro e poi, per mancanza di ossigenazione, vi sarà la perdita di coscienza e infine l’arresto cardiaco.
Il soccorso può essere paragonato a una catena, in quanto è costituito da una serie di passaggi correlati l’uno all’altro: così, come se si rompe un anello la catena non è più efficace, se un passaggio del soccorso è carente, debole o si interrompe, anche il soccorso stesso risulterà inefficace.
La catena è costituita da 4 anelli fondamentali e consequenziali:
– la prevenzione: è fondamentale attuare tutti quei comportamenti che possono evitare situazioni di pericolo.
– il soccorso precoce: abbiamo detto che nei lattanti e bambini vi è una rapida evoluzione della situazione, quindi un immediato intervento può portare a un recupero in breve tempo delle funzioni compromesse.
– la chiamata al 118 è l’anello fondamentale, senza di esso non arriverà mai nessuno ad aiutare chi ha messo in atto le prime manovre di soccorso. La chiamata è gratuita e possibile anche nelle situazioni in cui vi sia difficoltà di collegamento. La chiamata è ricevuta e gestita da un infermiere o un medico, le informazioni utili da fornire sono l’indirizzo in cui vi trovate (via, numero civico, riferimenti vari) e un resoconto di cos’è accaduto. È altrettanto importante rispondere alle domande poste dagli operatori di centrale.
– l’intervento del personale qualificato.
Sui primi due punti i genitori, gli insegnanti o, in generale, i caregiver svolgono un ruolo fondamentale e, pertanto, è estremamente importante la formazione e l’addestramento sulle manovre disostruttive che sono l’unico metodo utile per salvare la vita.
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