L’ortottista come può supportare lo sviluppo visivo dei bambini

Cosa fa un ortottista e in che modo si differenzia da un oculista? Questa domanda è particolarmente frequente tra i genitori di bambini in età evolutiva, i quali spesso si trovano nell’incertezza su quale specialista consultare. Sebbene entrambi i professionisti operino nel campo della visione, le loro competenze nell’ambito oftalmologico sono distinte.

Cerchiamo di chiarire i dubbi relativi alle competenze specifiche dell’ortottista, chiarendo quando è opportuno richiedere una visita ortottica. 

Chi è e cosa fa l’Ortottista?

Per comprendere appieno il ruolo dell’ortottista, è importante comprendere il suo ambito di competenza da quello dell’oculista. La principale distinzione risiede nel fatto che l’oculista è un medico specializzato nella valutazione dell’integrità dell’apparato visivo e nell’eventuale prescrizione di lenti correttive o trattamenti farmacologici.

Invece, l’ortottista è un operatore sanitario che si occupa di prevenire, diagnosticare e trattare i vari disturbi visivi o anomalie della motilità oculare.

Fin dai primi mesi di vita, l’ortottista attraverso esami strumentali valuta lo sviluppo del sistema visivo infantile, giocando un ruolo importante nell’ambito della riabilitazione pediatrica.

Adottando un approccio multidisciplinare alle problematiche infantili, l’ortottista lavora in sinergia con altri specialisti per sviluppare trattamenti personalizzati e coordinati, essenziali per un intervento efficace.

Ad esempio, nel caso di bambini con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), l’ortottista esamina e identifica eventuali problemi visivi che potrebbero influenzare negativamente l’apprendimento, predisponendo così terapie visive mirate.

In ogni circostanza, che si tratti di un trattamento riabilitativo in corso o di problematiche specifiche, l’ortottista si rivela fondamentale per garantire che eventuali deficit visivi non ostacolino lo sviluppo cognitivo, sensoriale e sociale dei giovani pazienti.

Visita ortottica: come si svolge?

La visita ortottica si svolge solitamente in circa 30 minuti e ha come obiettivo primario la valutazione dell’acuità visiva, ovvero la capacità di distinguere dettagli fini e percepire chiaramente gli oggetti. Durante la visita, lo specialista esamina anche la motilità oculare e la capacità degli occhi di collaborare insieme per generare una visione binoculare.

Tipicamente, per i bambini, la visita include test specifici come la valutazione dello strabismo, attraverso l’osservazione dell’allineamento degli occhi in movimento e in posizione di riposo.

Inoltre, l’ortottista può decidere se prescrivere lenti correttive per correggere miopia, astigmatismo e ipermetropia, a seconda delle necessità diagnostiche emerse.

Al termine della visita, l’ortottista elabora un piano di trattamento personalizzato, che può comprendere terapie specifiche, esercizi di rieducazione visiva e, se necessario, la prescrizione di occhiali.

Visita ortottica nei bambini

La visita ortottica è un esame non invasivo e può essere effettuato a qualsiasi età.

Gli ortottisti specializzati nell’età evolutiva sono esperti nell’intrattenere i piccoli pazienti, facendo sì che i test visivi si svolgano in un ambiente rilassato e distensivo.

La prima visita ortottica può avvenire già nei primi mesi di vita del bambino e si raccomanda vivamente di effettuarla entro i tre anni di età. In assenza di problemi visivi evidenti, il controllo successivo può essere programmato intorno ai sei anni, coincidendo con l’inizio della scuola primaria. La frequenza delle visite successive sarà determinata in base alle indicazioni dello specialista.

Effettuare una visita ortottica a tre anni è fondamentale per la diagnosi e il trattamento precoce di eventuali problemi visivi, motori o sensoriali. Grazie a controlli periodici, l’ortottista può monitorare lo sviluppo visivo e motorio del bambino, rilevando precocemente anomalie che potrebbero influenzare negativamente il suo sviluppo.

Un’accurata diagnosi precoce di problemi visivi, come l’ambliopia, meglio conosciuta come sindrome dell’occhio pigro, è fondamentale. Se non identificata e trattata entro i 5-6 anni, questa condizione può diventare irreversibile. Pertanto, lo screening ortottico è essenziale per prevenire complicazioni future e massimizzare il potenziale di sviluppo del bambino.

Problemi visivi diagnosticati dall’ortottista

Abbiamo visto che l’ortottista è una figura chiave per la prevenzione visiva in età neonatale, prescolare e scolare, ma quali sono le problematiche che possono essere individuate e trattate dallo specialista? Si può trattare di alterazioni dell’apparato visivo di diverso tipo, ma vediamo quali sono le più comuni:

  • Strabismo;
  • Ampliopia (occhio pigro);
  • Deficit di accomodazione (capacità di mettere a fuoco);
  • Deficit di convergenza (capacità di muovere gli occhi in maniera sincrona verso l’interno).

In conclusione possiamo aggiungere che la visita ortottica è fondamentale, soprattutto in età prescolare e scolare, perché solo con la prevenzione possiamo individuare disturbi che impediscono una buona visione da entrambi gli occhi e che possono portare a difficoltà legate alla lettura e alla scrittura.

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